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Nel 2004, dopo 41 anni di lavoro, è uscito, per i tipi della UTET, l’ultimo volume del "Grande dizionario della lingua italiana". L’ultima parola del dizionario è “zzz” che riproduce onomatopeicamente “…il ronzio di un insetto, il sibilo di chi russa, il rumore di una sega in azione, ecc...”.

La storia

Iniziata nel 1961 con l’uscita del primo volume (in realtà il lavoro era cominciato circa 10 anni prima), sotto la direzione di Salvatore Battaglia, la pubblicazione dei volumi successivi è durata poi fino al 2004. Nell'occasione, l’attuale direttore, Giorgio Bàrberi Squarotti, considerò conclusa l’opera, pur preannunciando l'uscita, negli anni successivi, di periodici volumi di aggiornamento. Il primo sarà un supplemento edito nel 2009 e curato da Edoardo Sanguineti.

Salvatore Battaglia, filologo e linguista, docente di Filologia Romanza all’Università di Napoli, morì nel 1971, lasciando le redini dell’opera in mano a Bàrberi Squarotti, docente di Letteratura Italiana all’Università di Torino. In realtà il loro è stato soprattutto un grande lavoro di carattere organizzativo poiché, per la redazione delle 183.594 parole contenute nel dizionario, hanno collaborato oltre 6.000 autori.

Caratteristiche dell’opera

Il dizionario è non solo un’opera linguistica, ma anche un’opera storica. L’analisi delle parole, infatti, non esclude né i termini ormai da considerarsi obsoleti, se non addirittura antichi, come ad esempio “toiano” che significa “l’ora di mezzogiorno, le dodici”, termine ripreso dalle “Lettere di un notaio a un mercante del secolo XIV” di Lapo Mazzei, fino ai contemporanei neologismi o alle parole desunte da altre lingue, quali ad esempio “videogame”, oramai parte del nostro lessico quotidiano.

Tra i dizionari al mondo è da considerarsi il più vasto e la sua caratteristica è quella di assolvere a tutte le funzioni di un vocabolario, ma anche a quelle di un'enciclopedia linguistica per l’attenzione che viene data alla storia della lingua attraverso l’esame dei termini oramai in disuso, ma reperibili durante la lettura di testi. A tal proposito, negli archivi della UTET, sono conservate diverse centinaia di quaderni all’interno dei quali il prof. Battaglia soleva appuntare tutti i termini curiosi e interessanti che trovava durante le sue letture, onde poterli poi inserire nell’opera.

Per ogni parola trattata, inoltre, viene specificato il significato che la medesima può avere in contesti diversi, come ad esempio il verbo “trarre” che conta ben 64 piccoli paragrafi esplicativi circa il suo uso.

Ciò che forse è da considerarsi il vero fiore all’occhiello dell’opera è il sistema delle citazioni. Ogni termine, che esula dalla lingua corrente, ha la sua citazione, più o meno esatta e circostanziata ma, certo, sufficiente a farcene comprendere l’origine. Un'opera che sarà in continuo divenire e correrà a fianco della storia della lingua testimoniandone i cambiamenti.

i primi 16 volumi del Grande Dizionario della UTET
Tag(s) : #Letteratura
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