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La filosofia è la sede dove si afferma ciò che è vero e ciò che è vero è affermabile solo razionalmente.

Prodromi

In Cacciari questa filosofia assimila le tesi di Weber e Nietzsche. Il fondamentale assunto è che la razionalità, quella assoluta, quella che modernamente, come diceva Weber è applicabile alla politica, razionalità intesa come il perseguimento di uno scopo oggettivo, non può prescindere, per esistere, da un elemento che crei con essa, un perenne conflitto e dal quale ne scaturisca quella contraddizione che permetta ad entrambe di esistere ed avere ragione di essere. Una sorta di relatività assoluta secondo la quale al mancare di una componente, automaticamente perde di significato l’altra. E la componente che offre alla razionalità la possibilità di una contraddizione in divenire con la storia, è la religione. Questa sorta di precario equilibrio iniziò a disgregarsi con l’illuminismo fino a quando non fu filosoficamente decretata la morte di Dio.

Progressione storica

Massimo Cacciari sviluppa la sua tesi partendo dalle parole dei profeti e dal famoso detto “date a Cesare ciò che è di Cesare ed a Dio ciò che è di Dio”. In questa affermazione si sancisce, secondo i profeti, che a Dio appartiene l’uomo ed a Cesare il denaro, e non più blande interpretazioni che dividono il materiale dallo spirituale. Questo processo prenderà poi campo con Eusebio di Cesarea quando manifestò un’apertura, peraltro politica, al dialogo, secondo la quale l’alleanza con l’Impero sarebbe stato un beneficio per la Chiesa. Saranno poi gli umanisti che affermeranno in toto questa tendenza, almeno ideale, al dialogo tra religione e razionalità: Machiavelli e Guicciardini, che affermeranno entrambi come alla crescita dello stato sia necessaria la determinazione che ha la fede. E pertanto alla razionalità, intesa come mezzo per il raggiungimento di uno scopo, sarà necessaria la determinazione assolutista che porta alla fede. La fede, dal canto suo dovrà far sì che questo “assolutismo” non consideri estranea la razionalità in quanto strumento che vive solo in relazione allo scopo che si è prefissa di raggiungere, ma, invece, la inglobi in se stessa facendo dell’assoluto un insieme di fatti relativi. Da questo doppio passo si può ritrovare e ricostruire credibilità, attendibilità, ragione storica e filosofica per entrambe. Gli avvenimenti del novecento, secondo una filosofia negativa, avevano cavalcato una razionalità posta in totale contrasto con la religione, negandole l’esistenza e promulgando una ragion di stato che si è dimostrata più spesso ideologia o populismo, completamente mancante pertanto di quegli attributi che già gli umanisti avevano decretato fondamentali. Una riassunzione di responsabilità da entrambe le parti, razionale e religiosa, sono forse, l’unica via, ancorché in pericolo d’utopia, che possa ridare dignità e nuova linfa ad entrambe.

Massimo Cacciari #2
Tag(s) : #Storia e Filosofia
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